BY: Irene Barbruni

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1.cosa sono i disturbi alimentari nell’adolescenza ?

In generale i disturbi alimentari riguardano il persistere di comportamenti legati ad un’assunzione di cibo errata che si ripercuote negativamente, ed in modo significativo, sulla salute fisica e sulla vita quotidiana e sociale dell’adolescente.

  1. quali sono i disturbi noti e come si manifestano? Direi che i più noti sono l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. La prima è caratterizzata da una restrizione nell’assunzione di cibo, un basso peso corporeo, una esagerata paura di ingrassare e una percezione del proprio peso non aderente alla realtà. La bulimia invece è caratterizzata dall’assunzione di alte quantità di cibo in poco tempo accompagnate dalla sensazione, durante gli episodi, di non avere il controllo sul proprio comportamento. Inoltre, sono presenti condotte finalizzate a smaltire le calorie ingerite in eccesso come utilizzo di lassativi o attività fisica.
  2. da che età possono iniziare le problematiche? In genere questo tipo di problematiche insorge tra i 10 e i 30 anni ma si è osservato un picco tra i 14 e i 18 anni.
  3. come possono accorgersene i genitori? Osservando le abitudini alimentari dei figli sicuramente ma anche il tono dell’umore perché questo tipo di disturbi è associato a tono dell’umore depresso, ansia, bassa autostima. Inoltre soprattutto nell’anoressia nervosa si osserva spesso una tendenza al perfezionismo eccessivo in ambiti come per esempio lo sport o la scuola anche se in alcuni casi si può osservare un peggioramento della performance scolastica. Spesso i genitori si accorgono di un disagio nel momento in cui osservano un isolamento sociale e una trascuratezza nelle amicizie associato ad un’attenzione eccessiva verso il peso corporeo e la forma fisica.
  4. qual’e’ l’approccio corretto che dovrebbero avere? Sicuramente il dialogo con il proprio figlio o figlia rimane uno strumento insostituibile; i genitori devono sempre cercare di essere presenti e pazienti anche quando la risposta può sembrare di chiusura. Inoltre, chiedere aiuto allo specialista qual’ora si abbia un dubbio.
  5. quali sono le complicanze dei disturbi alimentari? Sul piano fisico abbiamo tutte le conseguenze che riguardano la non assunzione corretta dei nutrienti necessari e il frequente ricorso a metodi di compenso eliminativi (come l’uso eccessivo di diuretici e lassativi, vomito autoindotto e ricorso ad attività fisica compulsiva). Vanno evidenziate soprattutto le ripercussione sul piano relazionale e sociale; infatti chi soffre di disturbi alimentari spesso vive una profonda solitudine e un forte disagio nel contatto con gli altri. Questo perché le problematiche relative al comportamento alimentare sono strettamente legate all’immagine di sé e alla propria individualità.
  6. possono portare alla morte del paziente? In alcuni casi estremi si ma bisogna considerare che spesso il quadro clinico è aggravato da altre patologie o psicopatologie.
  7. la morte può essere secondaria ad un gesto anticorservativo, o in base alle sue esperienze è solitamente legato alla patologia stessa? Purtroppo il rischio di un gesto anticonservativo esiste. Però bisogna anche considerare che un disturbo che insorge nell’adolescente e, quindi in un soggetto in crescita, se affrontato in modo tempestivo è superabile. Le statistiche ci dicono che i casi che si cronicizzano variano dal 10 al 20 % e di questi solo i più gravi portano a conseguenze estreme sulla salute. Nella mia esperienza clinica ho potuto osservare che chi arriva nello studio dell’analista per affrontare tali tematiche ha già fatto un grande passo verso il superamento della propria patologia. Certo il percorso di cura può essere difficile.
  8. la cura, prospettive a breve e a lungo termine La cura deve comprendere sia l’aspetto fisico che psicologico quindi è importante il lavoro d’equipe di più professionalità per poter affrontare una problematica che si manifesta sulla salute fisica, ma trova le proprie radice nei vissuti profondi del paziente. Il lavoro psicoterapico ha un peso importante e deve mirare ad affrontare quel disagio profondo che il sintomo nasconde. Infatti, il disturbo alimentare non è dovuto tanto ad un desiderio di apparire più magri o belli, come spesso erroneamente si pensa, ma nasce dal desiderio profondo ed impetuoso di dominio sulla propria natura. Non a caso colpisce frequentemente le donne della società occidentale contemporanea, dove la naturalità dell’essere femminile è vista come un limite alla propria libertà. Come ho detto prima la prognosi è nella maggior parte dei casi buona, in quanto ci troviamo in una fase della vita in cui il cambiamento trova un terreno fertile. Molto peso ha la cura tempestiva in quanto sappiamo che più il sintomo si cronicizza (cioè persiste nel tempo) e più è difficile da affrontare e superare. Nella maggior parte dei casi vi è una remissione completa della malattia.
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