BY: Irene Barbruni

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Lo stile educativo contemporaneo.

Dagli anni ’60 in avanti lo stile educativo è profondamente cambiato. Il genitore come amico e compagno di giochi è una tipologia di ruolo, che ha gradualmente preso sempre più spazio negli ultimi decenni. Considerando che ognuno di noi è frutto della cultura in cui vive, risulta fondamentale fermarci a riflettere sullo stile educativo della nostra epoca storica. L’amico è qualcuno che sta con noi quando godiamo di una cosa. Il bambino ha bisogno di un compagno di giochi, ma ha anche bisogno di qualcuno con cui avere un rapporto attraverso il quale imparare a governare certi momenti della vita. Il momento di gioco tra un genitore e il proprio figlio deve necessariamente acquisire delle caratteristiche diverse rispetto al gioco che il bambino può fare con un coetaneo; quindi ci devono essere altri elementi nella relazione come, per esempio, la collaborazione. Richiedere al bambino una collaborazione gli permette di sperimentare il ruolo dell’adulto inteso come “diventare significativo per l’altro” e lo conduce, quindi, verso una logica etica e non soltanto estetica. Il gioco senza l’elemento della collaborazione è un gioco finalizzato esclusivamente al piacere di fare una cosa.

Il bambino è naturalmente spinto a soddisfare il proprio piacere e se i genitori non si impegnano a ridimensionare tale spinta il bambino si troverà sempre più in balia dei suoi bisogni. Per esempio, se i genitori propongono al bambino solo i cibi che lui preferisce non faranno altro che spingerlo verso una visione dell’esistenza legata solo al piacere; proponendo, invece, cibi che non piacciono, ma che sono utili alla crescita, abituerà il bambino a confrontarsi con il principio di realtà. Quindi, tra il piano del piacere e quello del dovere ciò che deve essere ridimensionato è il piano del piacere

I ruoli genitoriali.

Nell’epoca contemporanea i ruoli genitoriali sono meno definiti che nel passato. Possiamo osservare che le differenze di ruoli non sono più in funzione del sesso, ma della qualità della relazione; è infatti meno evidente la divisione netta del ruolo materno e del ruolo paterno. Il ruolo materno è da sempre legato all’accudimento e al riconoscimento dei bisogni primari del bambino. L’ascolto e l’accettazione sono caratteristiche che da sempre accompagnano la relazione madre/bambino soprattutto nei primi anni di vita. I padri contemporanei cercano di capire cosa vuole il proprio figlio divenendo più “empatici” e di conseguenza partecipano alla crescita affettiva e relazionale e non solo a quella etica e normativa. Il nuovo padre è divenuto però anche un “padre assente” inteso come disertore del proprio mandato ossia di chi impone l’etica e la norma (spesso si sente parlare della “crisi dell’autorità del padre”).

Conclusioni.

Dagli anni ’60 in avanti si è profondamente modificata la figura del genitore, che è gradualmente diventato amico e compagno di giochi. Il momento di gioco, tra un genitore e il proprio figlio, deve necessariamente acquisire delle caratteristiche diverse rispetto al gioco che il bambino può fare con un coetaneo. L’adulto deve inserire nei momenti di divertimento con il proprio figlio altri elementi come per esempio la collaborazione. Infatti tra il piano del piacere e quello del dovere ciò che deve essere ridimensionato è il piano del piacere.

Nella ricerca di collaborazione conosciamo nostro figlio, le sue motivazioni, le sue capacità, le sue inclinazioni e soprattutto la sua intrinseca disponibilità ad aiutare l’altro entrando quindi in una relazione etica.

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