BY: Irene Barbruni

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Solo attraverso un rapporto che diventa progressivamente più intimo si rivelano parti della persona altrimenti occultate. Quando un rapporto di coppia procede verso la progressiva intimità e conoscenza reciproca coincide con l’evoluzione delle due singole persone coinvolte nel rapporto. Naturalmente nella relazione di coppia non vi è soltanto un problema di conoscenza, certo richiede ai due soggetti la capacità di saper leggere ed interpretare la realtà complessiva dell’altro, il che  comporta necessariamente un ampliamento della propria coscienza. Ma la relazione d’amore promuove uno degli atti fondamentali dell’essere umano: il desiderio di offrirsi all’altro, e ciò contribuisce a sviluppare l’evoluzione etica al centro della visione del mondo. A volte i problemi possono sorgere proprio quando l’evoluzione dei due non è sincronica, cioè un individuo evolve e l’altro no, oppure quando l’evoluzione è divergente, ossia ognuno sviluppa esigenze diverse.

Questi spunti riflessivi appena accennati vogliono sottolineare quanto il rapporto di coppia sia un’esperienza profonda della vita delle persone, anche se a volte non ne abbiamo la giusta consapevolezza. Infatti il rapporto di coppia subisce, come tutte le realtà psicologiche, i dettami della cultura di riferimento, cioè di quella cultura che permea la società. La cultura contemporanea mette al centro dell’esistenza gli aspetti ludico/edonistici;  di conseguenza spesso nella vita di coppia si riconoscono come momenti migliori solo quelli che producono piacere. Tutto ciò non aiuta i due individui ad affrontare anche quelle situazioni più complesse, che mettono maggiormente alla prova le capacità relazionali dei due individui.

Un rapporto di coppia è un cammino spesso difficile che i due percorrono insieme, all’unisono. “Unisono” è una parola chiave in quanto questo spirito comune, che i due trovano, racchiude in sé la vera motivazione della coppia: la comunione dei due. Jung parla di mysterium coniunctionos cioè il mistero del congiungimento degli opposti. Questo concetto è mutuato dagli studi sul simbolismo dell’alchimia. Infatti, l’esperienza d’amore spesso viene descritta come un profondo sentimento di reciproca appartenenza “ti sento in me come io mi sento in te”. Quindi un processo che tende ad unire profondamente i due. Ed è proprio la mancanza del sentimento di appartenenza che provoca i timori, le ansie e spesso le angosce relazionali proprio perché nel rapporto di coppia ciò che si cerca è il realizzarsi dell’unione.  La gelosia, intesa come percezione della non completa comunione, ha un suo fondamento proprio in tale vissuto. Ma la gelosia è un sentimento che si colora di un altro aspetto: l’appartenenza intesa come dominio, come cosa che ci appartiene. Perché come Jung ricorda, nell’amore è nascosto il demone del potere; potere come possesso. Infatti l’amore è il dono di sé verso l’altro, è l’affidarsi all’altro e questo spinge l’altro a percepire il potere che gli è attribuito. Quando un individuo vive questo potere, se rimane catturato da questo piacere, non risponderà con lo stesso linguaggio oblativo che ha ricevuto, ma con la gestualità di chi esercita il potere come dominio sull’altro. Allora certe gelosie estreme nascono dalla insubordinazione di questo tipo di relazione dove uno possiede l’altro. Jung ben spiega come là dove aumenta il potere diminuisce l’amore e viceversa.

Quando in questa dinamica amore/potere, il potere prende piede il rapporto di coppia non è più il luogo elettivo di realizzazione di sé,  ma luogo di scontro. E’ chiaro allora che nella relazione d’amore la persona è sollecitata a migliorare sé stessa e ad affrontare i suoi fantasmi. Solo se si libera delle proprie immaturità ed incongruenze interiori sarà capace di percorre quello stupendo luogo che è l’amore di coppia.

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