BY: Irene Barbruni

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Quando nasce il primo figlio arriva anche un cambiamento nella vita della coppia, che deve necessariamente adattarsi ad una situazione completamente nuova. All’inizio prevale l’euforia e la gioia di vivere questo momento speciale nella vita di una persona e nella relazione di coppia, ma successivamente possono arrivare alcune difficoltà. Questo perché ogni cambiamento comporta un adattamento alla nuova situazione e, quindi, ciò implica la così detta “crisi”. La parola crisi è spesso legata, erroneamente, all’idea di qualcosa di negativo che peggiora la situazione. Essa deriva dal verbo greco “separare” e trova il suo significato all’interno della pratica agricola. Infatti, si riferisce al momento della trebbiatura in cui si separano le parti della pianta del grano per ricavare il chicco. Quindi il termine crisi racchiude due tipi di significato: separare e scegliere. Nella lingua cinese l’etimologia della parola consta di due ideogrammi che significano rispettivamente: problema ed opportunità. Il momento di crisi è un momento di trasformazione necessario per un miglioramento e per scoprire nuove parti di se stessi.

Certamente quando dobbiamo ritrovare un nuovo equilibrio non ci troviamo in una situazione facile, in quanto il senso di smarrimento (accompagnato da emozioni quali paura, agitazione, angoscia) non è una condizione semplice da sopportare.

Si forma la coppia genitoriale, ossia i due imparano a confrontarsi anche come genitori. Ciò che complica maggiormente le cose è che i vissuti materni e quelli paterni assumono caratteristiche diverse. La donna è legata naturalmente al bambino: con la gravidanza, il parto e l’allattamento vive un legame fisico con l’essere madre. Quindi il legame con il figlio arriva in modo naturale e si forma già prima della nascita. L’insostituibilità della madre nei primi mesi del bambino porta la donna a vivere emozioni contrastanti: quelle legate ad un senso profondo di grande appagamento e il disagio di sentirsi costantemente al “servizio” di un essere che dipende totalmenbte da lei.

Il padre, invece, costruisce nel tempo il suo rapporto con il bambino e il suo ruolo nei primi mesi va dal supporto attivo al sapersi mettere da parte. Molti uomini vivono un senso di esclusione e soffrono della mancanza di attenzioni da parte della compagna. Più una persona è “nostalgica”, ossia tende a guardarsi indietro ricordando gli aspetti positivi, più sarà in contrasto con la nuova situazione.

E’ necesario comprendere che la nuova condizione allarga la circonferenza in cui sono inseriti gli affetti, e quindi i due genitori devono riuscire a trovare una maggiore maturità sia sul piano della lora operatività, che sul piano delle loro capacità affettive. I genitori cercando di evolvere per il loro bambino, dovranno tenere presente il necessario progresso sul piano del loro reciproco rapporto. Se la coppia migliora nelle sue capacità relazionali (comprendersi, aiutarsi, sviluppare l’empatia e quindi aprirsi verso l’altro), di conseguenza migliereranno anche le capacità genitoriali.

In sintesi, il figlio che nasce reca con sé non solo le proprie necessità, ma il messaggio della necessaria evoluzione dell’individuo e della coppia.

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