BY: Irene Barbruni

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Fiori d’acciaio (Steel magnolias)
di H. Ross (USA, 1989)

USA 1989. Regia: H. Ross. Interpreti principali: J. Roberts, S. Field.

Fiori d’acciaio è ambientato in una città di provincia dell’America alla fine degli Anni Ottanta. Il film sviluppa la tematica della maternità usando l’antitesi estrema vita personale-maternità (infatti, la scelta della maternità comporta anche il sacrificio della propria vita per amore del figlio) e da spazio in modo particolare al rapporto madre-figlia e alle amicizie tra donne di tre generazioni.

La protagonista, interpretata da J. Roberts, è Shelby che vive un momento della vita molto felice: ha un lavoro che ama e si è appena sposata. Poiché malata di diabete, i medici le sconsigliano di avere figli, ma venuta meno la possibilità di adottarne uno, a causa del proprio stato di salute, decide di rischiare e di avere un figlio proprio. La madre non approva la scelta ma resta, comunque, accanto alla figlia che dovrà affrontare molte difficoltà fisiche. Un gruppo di amiche fungono da supporto psicologico alle due donne e aiutano a sopportare il dolore della madre di Shelby quando la giovane muore per i gravi problemi di salute che la gravidanza le ha procurato.

Shelby non si arrende alla sua malattia e con determinazione cerca di vivere una vita piena e completa. La sua realizzazione non è solo nel lavoro che svolge, che è un continuo occuparsi degli altri, ma anche nella vita privata. Ella decide di avere un figlio malgrado il divieto dei medici per non negare a se stessa e al marito la gioia della genitorialità. Nelle vicende della protagonista la madre è molto presente, un appoggio costante e fondamentale ma anche elemento di confronto nella vita di Shelby. Il padre è figura che nel film non appare in modo fondamentale, ma si intuisce la sua disponibilità e fiducia nei confronti delle figure femminili.

Fondamentale è l’amicizia: un gruppo multi-generazionale di donne che sono un supporto per superare le difficoltà della vita di ognuna. Il rapporto di coppia è descritto attraverso poche scene e rimane sullo sfondo, ma si deduce che sia permeato della tematica della maternità. La maternità è vissuta dalla protagonista come fondamentale e insostituibile per la sua realizzazione personale e spirituale.

Attraverso le figure delle due donne, madre e figlia, sono rappresentati due tipi di genitorialità: quella più strettamente biologica, che da’ la vita per la vita, e quella spirituale ed educativa che accoglie la vita e la tutela.

L’aspetto dell’identità legato alla corporeità sembra esaurirsi nella maternità che è vissuta come essenziale per la propria presenza. Anche il fare e l’agire sono legati a questo aspetto in cui è espressa tutta la forza di decisione e di determinazione. Per quanto riguarda la modalità di conoscenza di questo personaggio si può osservare come sia interamente legato all’universo femminile, infatti il gruppo di donne che circonda il personaggio è fonte di sostegno ma anche di sapere. Mentre, per quanto concerne l’aspetto spirituale e religioso dell’identità della protagonista, esso è sostanzialmente legato al sentimento oblativo ispirato dalla fede nel valore supremo della vita che si rinnova.

Nel personaggio di Shelby ritroviamo una donna che vive la propria maternità come il completamento di se stessa e quindi un’ esperienza a cui non può rinunciare. La madre vive con dolore la scelta della figlia perché ciò comporta un pericolo da cui lei non può proteggerla. La maternità è vissuta dalla protagonista come valore insostituibile; una donna che vive l’essere madre come l’aspirazione più alta che può raggiungere nella sua vita. Il personaggio stesso dice che una lunga vita non avrebbe senso senza un figlio.

Riprendendo il pensiero di Eliade (Il sacro e il profano, 1984), il quale afferma che l’esperienza mistica è considerata al di là del riferimento soprannaturale e come un’intensificazione delle esperienze in cui si vive la trascendenza di sé, si può ipotizzare che questo personaggio viva l’essere madre come un’esperienza di qualcosa di sacro.

Oltre al tema della maternità, in questo film, è molto presente il gruppo di amiche che diventa fonte di forza per la vita delle donne che ne fanno parte. Infatti, come spiegano Parker e Gottman (Social and emotional development in a relational context: friendship interaction from early child hood to adolescence, 1989), dal punto di vista psicologico un soggetto che stabilisce un rapporto di affetto e di intimità con altre persone è sicuramente più avvantaggiato nell’affrontare le difficoltà della vita rispetto a chi ne è privo. Le donne di questa vicenda formano un gruppo multigenerazionale, dove gli scambi tra le componenti sono fondamentalmente verbali e confidenziali che formano un clima molto intimo, un modo di vivere l’amicizia che Brown (L’incontro e la svolta: la psicologia femminile e lo sviluppo delle adolescenti, 1995) osserva come caratteristica tipica delle amicizie femminili, in modo particolare nell’adolescenza.

Paragonando le protagoniste, degli ultimi due film, appena descritte, Tess (Una donna in carriera) e Shelby (Fiori d’acciaio), si può osservare come siano due donne animate dai contrasti. Entrambe le figure femminili devono lottare per poter realizzare le proprie aspirazioni, sia per quanto riguarda il lavoro, sia per quanto riguarda la realizzazione come madre. Quindi, una tipologia di donna che deve lottare per ottenere ciò che vuole e sacrificare una parte di se stessa.

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