BY: Irene Barbruni

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La figlia di un soldato non piange mai (A soldier’s daughter never cries)
di J. Ivory (GB-USA, 1998)

GB-USA 1998. Regia: J. Ivory. Interpreti principali: K. Kristofferson, B. Hershey, L. Sobieski, J. Birkin.

La figlia di un soldato non piange mai tratta il tema del passaggio dall’adolescenza alla maturità: il distacco dal clima affettivo familiare e l’inserimento nel clima sociale esterno (lo scontro con la durezza della realtà sociale). È descritta una famiglia inserita nella cultura degli Anni Sessanta in cui si vive il tentativo di superare il modello autoritario dell’educazione tradizionale.

I coniugi Wills si trasferiscono a Parigi con la loro figlia Channe. Bill è un veterano americano della Seconda Guerra Mondiale e Marcella una donna solare ed espansiva. Giunti in Francia decidono di adottare un bambino: Benoit (anche se in seguito il bambino vorrà cambiare nome e chiamarsi Billy come il padre adottivo). I due bambini passano la loro infanzia in terra francese. Quando Bill scopre di essere malato decide di trasferirsi nuovamente con la famiglia in America volendo far crescere i figli in patria. Channe attraversa una fanciullezza serena e spensierata in Francia e vive fin da bambina un rapporto privilegiato e di confidenza con il padre. Il ritorno in America coincide con la sua adolescenza, il cambiamento di luogo e lo smarrimento collegato al cambiamento di luogo rispecchia il senso di mutamento, anche interiore, legato alla ricerca della propria identità e di nuovi valori. Lo spaesamento che la ragazza vive nella nuova scuola e con i nuovi coetanei viene capito dal padre che, lasciando libera la figlia, la invita a una più attenta riflessione su di sé e al recupero del senso di sé.

Entrambi i genitori sono liberi nei loro rapporti e nei confronti dei figli: il padre è una figura affettiva più presente, la madre è più attenta alle relazioni sociali.

Lo smarrimento iniziale, in cui Channe sperimenta rapporti occasionali e superficiali da cui esce con un senso di vuoto (Deutsch, Psicologia della donna adulta e madre, 1945), è seguito da una fase in cui ella ritrova una propria identità più matura. La ragazza ricerca e scopre attraverso il corpo e la sessualità la sua identità ed ha una personalità curiosa sempre alla ricerca della sua identità. La conoscenza è acquisita attraverso le esperienze di vita ed è legata all’immagine e all’ammirazione verso il padre, mentre la spiritualità fa parte degli accadimenti della vita che è guidata da una forte spinta ad essere veri.

In questo film ci sono tre personaggi femminili che presentano caratteristiche diverse. Marcella è una donna che vive intensamente le proprie emozioni e non nasconde il carattere forte ed impulsivo. È una madre premurosa, consapevole delle sue responsabilità e non nasconde il suo temperamento impulsivo. Significativa a questo riguardo è la scena in cui Marcella, dopo aver scoperto le punizioni corporali che la maestra utilizza con il figlio Billy, non esita ad affrontare la situazione reagendo in modo impulsivo ed aggressivo (gettando della sabbia sul viso dell’insegnante in segno di disprezzo). Una madre che si oppone nettamente alla figura del padre che, come è stato spiegato in precedenza, è più incline al dialogo e alla dolcezza. Anche Marcella è dolce nei confronti dei figli, ma sa essere anche graffiante.

Channe è, invece, una ragazza che trae la sua forza dal rapporto con il padre, con cui ha un rapporto autentico e libero, che le permette di maturare una consapevolezza di se stessa e un’indipendenza che è in netto contrasto con la figura del fratello, il quale sviluppa una personalità più introversa e sofferente.

La terza ed ultima figura è la tata portoghese che rappresenta una tipologia di femminile legata ad una cultura degli anni precedenti. Infatti, questa donna rinuncia a sposarsi, e quindi a costruire qualcosa per se stessa, in nome dell’amore materno per Channe, senza rendersi conto che ormai la bambina, che ha accudito per anni, è diventata una giovane donna e non ha più bisogno delle sue cure.

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