BY: Renato Barbruni

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Matrix
di Wachowsky Brothers
Interpreti: K. Reevers, L. Fishsburne
Anno di produzione 1999

Il senso di Matrix sta nell’essere come una ragnatela, che sorregge e concatena i pensieri individuali nella coscienza collettiva, quando questa muta e diviene ideologia intrasoggettiva, cioè pensiero che regolamenta il rapporto tra i singoli individui. Cosa vuole dire tutto questo? Vuol dire che i pensieri del singolo individuo non sono mai soltanto i suoi; nel senso che un pensiero, qui inteso come teoria sul mondo che guida la lettura del mondo e delle operazioni e sensazioni, non è realizzato dal singolo individuo, ma proviene dalla mente collettiva, dalla coscienza collettiva. Se ne ricava che il singolo individuo non vede il mondo attraverso i suoi personali occhi, come lui erroneamente crede, ma attraverso quel guardare collettivo che proviene dalla coscienza collettiva. Questo fenomeno cruciale per la comprensione della nostra libera ed autentica soggettività, in contrasto con un modo di pensiero invece collettivo che espropria le qualità personali, è ben rappresentato nella metafora del film Matrix, dove appunto Matrix (la matrice) è il pensiero collettivo determinato dall’insieme dei pensieri delle menti organizzate sotto la guida della grande mente che tiene tutto sotto controllo. Come nel formicaio dove la singola formica non ha senso di esistere separata dalla comunità-formicaio (una comunità che è il vero organismo) che dà senso e ragione alla sua esistenza. Ma la formica non riesce neppure a concepire una propria individualità scissa dalla collettività del formicaio, che, per lei, rappresenta e agisce quale matrice (origine) di ogni suo anelito, desiderio e pensiero, e che in sostanza dà origine alla sua stessa esistenza. In un tale contesto gli individui sono spogliati della loro peculiare caratteristica che è quella di “essere se stessi”. La liberazione avviene proprio quale momento di fuoriuscita dal sistema di pensiero collettivo, da Matrix,dalla matrice che tutto origina.
Questo film, di ispirazione buddista (per ciò che concerne la teoria della conoscenza), trova la sua spiegazione e il suo senso proprio all’interno dell’intuizione del Buddha che vedendo la vera natura della realtà attraverso i veli dell’ignoranza, indica all’uomo il modo di uscire da Matrix, cioè dalla visione erronea di se stesso e della vita.

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