BY: Renato Barbruni

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IL VELO DIPINTO
di John Curran
Interpreti: Naomi Watts, Edward Norton, Liev Schreiber, Diana Rigg, Toby Jones, Shihan Cheng
Anno di produzione 2006, durata 125′
Genere: drammatico

Un giovane medico si innamora di una giovane dal carattere intraprendente. Lei non lo ama ma deciderà di sposarlo per uscire dalla sua famiglia, sentendosi ormai di peso, e per adempiere ai desideri del padre e della madre nel volerla vedere sposata. Siamo nell’Inghilterra del 1920. Una storia quasi banale nel suo esordio. Quante donne si sono sposate per emanciparsi, per essere libere dalla propria famiglia; quante donne hanno ritenuto che il matrimonio fosse la navicella che le avrebbe portate nella terra promessa. Le donne hanno sempre creduto nel matrimonio, come oggi credono nella relazione con un uomo. Salvo poi disilludersi nel naufragio verso la banalità della vita quotidiana, dove esse vengono spinte verso un ruolo materna, di servizio al proprio uomo. Il sogno di creare la “relazione” svanisce quando il sole della realtà maschile, ancora caldo ma assolutamente monotematico, illumina solo le cose più visibili, lasciando in ombra le realtà più sottili, vale a dire, i sentimenti più profondi che albergano nell’anima millenaria della speranza femminile.
La trama del film si snoda seguendo l’idealità dell’uomo. Il marito è un batteriologo, e la sua ricerca lo porta in Cina per lo studio delle malattie infettive. Lei, annoiata da quella vita ma soprattutto non innamorata del marito, cede alla lusinghe di un rapporto con un uomo che ai suoi occhi appare affascinante e finalmente in sintonia con il suo sentire. Si rivelerà l’ennesima delusione. Il marito scopre la relazione, e parte per l’interno della Cina a debellare una epidemia di colora: la moglie è costretta a seguirlo. E sarà proprio lì che, in quella estrema landa della vita, dove la morte, presenza quotidiana, diviene il metro attraverso cui misurare la dimensione del proprio spirito, lei, ma anche lui, ritrovano il sogno di un amore sconosciuto e misterioso. Una nuova dimensione dell’anima si dispiega alla loro coscienza; attraverso di essa vedono finalmente chi realmente essi sono. Allora non fu un errore il loro incontro, l’amore li aveva posti uno di fronte all’altro a dispetto della coscienza che per lei, dettava lusinghe di immagini maschili fuorvianti, e per lui l’immagine di una donna che non trovava più nella sua sposa. E qui incontriamo il senso del titolo: Il velo dipinto: c’è un velo tra la coscienza e la realtà, un velo su cui sono dipinte le nostre illusioni che ci ingannano mostrandoci mete fuorvianti.

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