BY: Irene Barbruni

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I tic sono dei movimenti involontari e ripetuti che interessano il sistema extrapiramidale; i tic facciali sono sicuramente quelli più frequenti. Quando questo tipo di disturbo non dipende da lesioni organiche ha un’origine psicogena e tende quindi ad accentuarsi in situazioni emotive e stressanti. Alcuni studiosi come G.Jervis hanno evidenziato come il tic sia una forma particolare di rituale ossessivo, infatti esso è la ripetizione automatica di una gestualità che ha la finalità di “scaricare” l’ansia.

Possono essere più o meno invasivi e compaiono durante l’infanzia, solitamente tra i 4 e i 12 anni. Un bambino su cinque manifesta un tic per un certo periodo, spesso in modo lieve e transitorio, sono più frequenti nei maschi e scompaiono quasi sempre all’ingresso dell’adolescenza. In vari paesi dall’inizio della pandemia si è riscontrato un aumento dei casi.

Fondamentale è la reazione delle figure di riferimento quando compare un tic. E’ bene non dare troppa importanza a ciò che accade. Questo perché, come abbiamo detto, solitamente il tic è transitorio. Se invece il genitore o altre figure di riferimento notano che il tic è l’espressione di un malessere più ampio, quindi rientra in un quadro di sofferenza psicologica più complessa, è bene richiedere una valutazione psicodiagnostica.

Il significato del tic può essere molteplice ed individuarlo può essere importante per agevolare  la scomparsa del sintomo. Tuttavia non sempre si riconosce un evento scatenante o una difficoltà specifica, quindi al di là dell’interpretazione del singolo caso ciò che può aiutare il superamento di questo sintomo è il ricorso a tutte quelle attività che sviluppano la capacità di rilassare la muscolatura e il corpo in generale. Infatti il sintomo richiama ad un movimento al di fuori del controllo, come se l’individuo fosse mosso dai fili di un burattinaio. Il tema del controllo è centrale in questo tipo di sintomatologia. Il rilassamento permette di riabituarsi ad un contatto con il proprio corpo che riguarda più l’abbandono che  la contrazione.

Quindi esercizi di rilassamento muscolare facilitano il superamento di questo sintomo. Il fastidio legato al tic consiste in due fattori:  da una parte il movimento contratto e ripetitivo che porta ad una stanchezza di quella parte interessata (alcune volte proprio il tipo di movimento impedisce lo svolgimento di movimento naturali), dall’altro il soggetto si rende conto di attirare l’attenzione su di  sé quando è percorso da questa modalità che egli non sa controllare (il soggetto può essere quindi traversato da un sentimento di autosminuzione di sé).

Se quindi da un lato l’esercizio del rilassamento aiuta il sistema muscolare a liberarsi dalla tensione nervosa, dall’altro il valorizzare la capacità del soggetto lo aiuta a ridurre l’ansia relazionale che egli patisce. A fondamento del sintomo infatti troviamo una forte ansietà legata alla relazione con l’altro. Aiutare quindi a fare emergere le proprie caratteristiche aiuta ad abbassare l’ansia di relazione.

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