BY: Irene Barbruni

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Il periodo natalizio è iniziato e in questo anno particolare è giusto ricordare ciò che rende speciale il Natale, sicuramente per i più piccoli, ma anche per i grandi quando sanno guardare con occhi fanciulleschi la realtà, almeno una volta all’anno.

I bambini vivono in modo spontaneo la realtà colorata di elementi magici e fantastici. La credenza di Babbo Natale o comunque qualcuno che la notte di Natale magicamente arriva a portare doni è un esempio della presenza del pensiero magico. Una forma di pensiero arcaica, più vicino all’uomo primitivo che non all’uomo contemporaneo identificato con la sola razionalità. Il pensiero magico è importante nella crescita, ma anche nella vita adulta, in quanto ci allontana dall’abitudine di utilizzare nei nostri processi mentali unicamente la relazione causa-effetto. Allontanarci almeno ogni tanto dalla logica deduttiva ci fornisce una preziosa alternativa in tutti quei momenti della vita in cui lo schema di pensiero causa – effetto non ci aiuta a cogliere i molteplici significati che arricchiscono al nostra vita.

Il pensiero razionale, che usa un solo scherma interpretativo (causa-effetto) e che circoscrive il suo raggio d’azione solo sulla realtà percettibile dai cinque sensi, diviene, in certi momenti, ostacolo alla possibilità molteplice presente nella realtà umana. Se pensiamo all’espressione poetica ci si rende conto che non è dal pensiero razionale che questa emerge, ma da una dimensione complessa che tocca anche il pensiero magico, quel pensare che vede ciò che i sensi e la ragione non sanno vedere.

Il bambino che crede al racconto dell’adulto, che descrive una realtà magica in cui esiste un personaggio che arriva con una slitta dal cielo, ci fa, almeno in parte, comprendere le potenzialità ma anche i pericoli che la mente infantile può avere. Potenzialità perché proprio i bambini oggi dimostrano che il pensiero magico gli aiuta ad essere più forti degli adulti perché sanno rendere più semplice la realtà spogliandola di tanti pensieri razionali ed inutili. Pensiamo al bambino che si fa male, gli basta un bacio della mamma per guarire: quel bacio è davvero curativo. Certo il pericolo di questo pensiero magico e di questa suggestionabilità è che si è notevolmente in balia degli altri. Per questo motivo è fondamentale proteggere il bambino da questa sensibilità, senza tuttavia negarla.

Nella iconografia cristiana, la rappresentazione del presepe, mostra una scena illogica dal punto di vista razionale: un piccolo bambino che salva il mondo. L’intuizione che racchiude, al di là del fattore di fede, espressa con la poesia della natività, ci introduce e ci coinvolge nel sentimento della  speranza. Sperare è una della qualità più importanti dell’essere umano. La speranza non è razionale, sconfina con un’ idea epica e mistica della vita. Nella sua semplicità il bambino, così toccato dal pensiero magico, ci mostra la via verso l’atteggiamento e il sentimento della speranza di fronte alle avversità della vita. Qualcuno arriverà quella notte a portarmi un dono, qualcosa che viene dal cielo. Il sentimento di gioia che vive il bambino quando vede quel dono, non è solo legato all’oggetto in sé, ma all’evento del miracolo. Purtroppo nella nostra realtà consumistica i bambini annegano dentro i doni rischiando di non percepire più la poesia dell’evento, possono ubriacarsi di oggetti. Spinti verso una visione solo oggettuale della vita.  Nonostante questi pericoli, se il genitore saprà proteggere il proprio figlio, riuscirà ad aiutarlo a mantenere il contatto con la dimensione magica e poetica che alberga nel suo intimo.

Quest’anno, ancora di più che in altri momenti, è giusto ricordare che il mondo può essere guardato con occhi infantili in cui un bacio e una carezza non sono solo atti meccanici, o comportamenti, ma gesti che ci immergono in un mondo dove anche la magia e non sono la razionalità ne fanno parte.

Auguro un sereno Natale a tutti e soprattutto auguro di ritrovare un po’ della magia che ha fatto parte dell’infanzia di ognuno di noi.

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